Dove va l’ambiente italiano?

Transizione Ecologica Aperta

Pubblicazione ISPRA a cura di Giovanni Carrada, Cristina Frizza

Transizione Ecologica Aperta è il nuovo rapporto che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) dedica ai non specialisti, quindi a tutti quei politici, amministratori, giornalisti, ambientalisti e cittadini che hanno a cuore il futuro dell’ambiente italiano.

Il rapporto passa in rassegna tutti i principali sistemi naturali e umani che concorrono a definire quello che chiamiamo “ambiente”. Ne esamina lo stato attuale ma anche l’andamento negli ultimi anni e gli obiettivi per i prossimi. Chiarisce le complesse dinamiche naturali, economiche, tecnologiche, sociali e normative che legano i sistemi fra loro. Aiuta quindi il lettore a capire dove sta andando l’ambiente italiano, e perché.

La sua pubblicazione cade in un momento speciale. Tutto il mondo si sta finalmente ponendo il problema di come consegnare alle prossime generazioni un pianeta più integro, pulito e sicuro.

Problema che la sfida dei cambiamenti climatici rende solo più urgente. L’Europa ha varato il programma Next Generation EU, che fra i suoi scopi ha quello di spingere gli Stati membri a effettuare le riforme per accelerare la transizione ecologica, fornendo loro le risorse per gli investimenti necessari. Di questo programma fa parte anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che rappresenta un’imperdibile occasione di sviluppo e rilancio per il nostro Paese.

Scorrendo le voci di questo rapporto si possono identificare facilmente le maggiori criticità dell’ambiente italiano, sulle quali concentrare gli sforzi nei prossimi anni. Spiccano ad esempio il consumo di suolo, l’impatto dell’agricoltura e delle specie esotiche invasive, le emissioni di gas serra dei trasporti e del settore civile, le condizioni del mare o di molti ambienti di acqua dolce.

Non si può però fare a meno di notare anche quanta strada l’Italia abbia già fatto nella giusta direzione. Basti pensare al forte calo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento in generale, alla straordinaria espansione dei boschi, all’aumento delle aree protette. Un dato spicca però sugli altri, ed è il “disaccoppiamento” a partire dagli ultimi anni fra crescita economica e uso di energia e materie prime: all’aumento della prima, corrisponde la diminuzione del secondo.

Abbiamo anche una bellissima espressione per definire questo fenomeno: “sviluppo sostenibile”.

Il merito dei passi avanti compiuti è di tutto il Paese. I cittadini e le loro associazioni hanno chiesto un ambiente più pulito, la politica nazionale ed europea ha risposto, le aziende hanno innovato prodotti e processi.

Permetteteci però di ricordare anche il contributo delle donne e degli uomini di ISPRA che in questi anni hanno studiato i problemi, hanno suggerito miglioramenti normativi e soluzioni tecniche, e insieme ai colleghi del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale hanno valutato l’impatto delle nuove infrastrutture e attività produttive, oltre a controllare puntualmente l’applicazione delle norme.

Senza questa grande infrastruttura tecnica non sarebbero stati possibili i passi avanti del passato, né lo saranno quelli – ancora più impegnativi – del futuro. Perché la transizione ecologica italiana è solo cominciata.

fonte ISPRA
banca dati

Il documento è diviso in tre parti: L’ambiente italiano a colpo d’occhioI sistemi naturaliI sistemi umani, per un totale di 12 capitoli e 66 voci.

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