INAIL 2022
Gli Ftalati in ambienti di vita e di lavoro. Effetti sulla salute endocrina
Gli ftalati (esteri dell’acido ftalico) rappresentano un gruppo di molecole strutturalmente simili ampiamente utilizzate a partire dal 1930. Le sostanze con maggiore peso molecolare, come il di-(2-etilesil) ftalato (DEHP), sono state impiegate a livello industriale come agenti plastificanti, materiali per costruzione, adesivi, sigillanti, in numerosi prodotti a base di polivinilcloruro (PCV), compresi prodotti per il confezionamento degli alimenti e dispositivi medici.
Gli ftalati con peso molecolare inferiore, come il dietilftalato (DEP) o il dibutilftalato (DBP), sono stati invece impiegati principalmente come solventi, nella preparazione di cosmetici e prodotti per la persona o per la casa, nella formulazione di insetticidi, come eccipienti in prodotti farmaceutici.
Alcuni ftalati agiscono a livello molecolare come xenoestrogeni e sono in grado di interagire con i recettori degli ormoni femminili, determinando effetti competitivi; possono causare effetti di tipo anti-androgenico con decremento dei livelli di testosterone nell’uomo e incidere sull’omeostasi degli estrogeni.
Sono classificati, in larga misura, come tossici per la riproduzione umana; in caso di esposizione umana, sono emerse evidenze di alterazione della qualità del liquido seminale nell’uomo e di riduzione della fertilità nella donna.
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