2021 ANNO 1 NUMERO 26
INVESTIREMO SULLE DONNE
L’Italia incassa il sì della Commissione europea al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma ora comincia la corsa. Gli investimenti vanno concretizzati. Al più presto e senza sprechi. Attenzione massima, dunque, al mercato del lavoro.
Così giunge anche il monito dei sindacati che chiedono una riforma sostanziale che recuperi la dignità del lavoratore, obblighi sì, ma con le necessarie tutele. L’eccessiva liberalizzazione ha creato un sommerso selvaggio in cui il lavoratore rifiuta l’assunzione perché “gli conviene di più il nero”.
Contemporaneamente, però, rinuncia a qualsiasi diritto. Dalle ferie retribuite alla malattia fino alla pensione. E se capita un infortunio “non resta che piangere”. Subappalti selvaggi, mancanza di controlli e regole.
Non è così che si può avviare la ripresa. Senza contare il divario, ancora drammatico, che riguarda l’occupazione femminile. Il premier rassicura: «Ci saranno investimenti per la parità di genere».
Fa specie, però, che siano ancora necessari. Il bel Paese si avvia, dunque, innestando la marcia e premendo sull’acceleratore, ad uscire dalla crisi che, diciamo la verità, è ben antecedente alla pandemia.
Quasi quasi un’occasione per rivedere strategie e progetti. Un ruolo fondamentale lo svolgerà la Pubblica Amministrazione chiamata a gestire piani e sviluppo.
Di qui la necessità di un reclutamento veloce e scevro dal male endemico del passato: la raccomandazione. Occorrono figure preparate oppure anche l’occasione del Recovery andrà persa.
E potrebbe essere l’ultimo treno. Quello che accoglierà a bordo l’Italia o la lascerà, malinconica, a guardare il convoglio che passa e porta altrove, velocemente, il resto d’Europa e del mondo.
A chi ci governa il compito di guidare la transizione, a noi cittadini e ai sindacati quello di controllare e denunciare eventuali problemi ed anomalie.
Agli imprenditori saper cogliere le opportunità senza cedere alla sirena malefica dello sfruttamento. A scuola e formazione preparare le nuove leve. Insomma a ciascuno il suo compito. Perché la ripresa si costruisce insieme.
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