Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale
Corretta progettazione acustica di ambienti di lavoro industriali e non – Manuale operativo
Il luogo di lavoro propriamente detto rappresenta una parte integrante e importante dell’habitat, ovvero del contesto di vita, le cui caratteristiche permettono a una comunità di svilupparsi e progredire. In quanto tale, l’ambiente di lavoro si collega agli ecosistemi e ai modelli di sviluppo e, in questi ambiti, al pari degli altri elementi che caratterizzano gli habitat, influenza la qualità della vita delle comunità che lo abitano.
Negli ambienti di lavoro l’esposizione al rumore rappresenta uno dei fattori che maggiormente influenza la qualità percepita dei luoghi.
L’inquinamento acustico, prodotto da sorgenti interne ed esterne, determina scenari nei quali ai livelli di rischio uditivo ed extra-uditivo per la salute dei lavoratori, si uniscono livelli di peggioramento e degrado della qualità e della vivibilità degli ambienti, con conseguenze spesso legate a bassi livelli di produttività e difficoltà di concentrazione. Inoltre, accade spesso che in questo tipo di contesti il rumore prodotto dalle macchine e dalle attività lavorative sia amplificato dalla riverberazione presente, soprattutto se si tratta di ambienti non adeguatamente studiati e trattati dal punto di vista del comfort acustico.
Allo stato attuale le disposizioni contenute nel d.lgs. 81/2008 (e s.m.i.) che interessano i rischi fisici, e in particolare la valutazione del rischio rumore, sono ampiamente consolidate nella maggior parte dei contesti di lavoro in riferimento alla valutazione dell’esposizione al rumore dei lavoratori. Tuttavia, non è altrettanto diffusa la pratica di una progettazione acustica corretta dei luoghi di lavoro nei quali spesso si rilevano livelli di rumorosità superiore ai valori di azione previsti dal d.lgs. 81/2008.
Inoltre, con l’evoluzione del concetto stesso di ‘luogo di lavoro’, legato allo sviluppo delle tecnologie informatiche e ai nuovi modelli economici dominanti, è da considerare una possibile nuova visione aggiornata delle categorie ambientali di lavoro e delle metodiche che hanno fin qui caratterizzato la valutazione e la bonifica del rumore in ambito occupazionale. Vi sono nuove e diverse sorgenti acustiche, nuove e diverse postazioni, condizioni e tempistiche di lavoro.
Ferme restando le procedure di valutazione dei rischi che si sono affermate e aggiornate nel decennio di attuazione delle disposizioni del d.lgs. 81/2008, si hanno sempre maggiori evidenze di nuove correlazioni tra qualità degli ambienti di lavoro e situazioni di disagio occupazionale, che meritano considerazione e, ove possibile, la definizione di nuove metodologie valutative da affiancare alle suddette procedure.
Negli ambienti di lavoro, così definiti, la progettazione degli elementi di funzionalità e di sicurezza può essere contemporanea e integrata con la progettazione delle fonti di benessere percepito. Analogamente la considerazione, la conoscenza e la catalogazione di nuove patologie extra-uditive e di nuove forme di malessere ‘da edificio malato’, derivanti da carenza di comfort ambientale, può portare a nuovi e diversi modelli valutativi, rispetto a quelli basati sulle consolidate procedure metrologiche e analitiche stabilite dal d.lgs. 81/2008.
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