BONIFICA DELLE COPERTURE IN CEMENTO AMIANTO

INAIL 2018

BONIFICA DELLE COPERTURE IN CEMENTO AMIANTO

L’amianto ed i Materiali Contenenti Amianto (MCA) sono stati largamente utilizzati su tutto il territorio nazionale fino agli anni ‘90. 
Infatti l’Italia, in passato, è stato tra i maggiori produttori mondiali di amianto e di MCA. Il minerale si estraeva nella più grande miniera di amianto d’Europa, ubicata a Balangero in Piemonte, e nel Comune di Emarese in Valle D’Aosta. 
Dal dopoguerra risultano estratte in Italia circa 3.800.000 t di amianto grezzo, ed un’importazione di circa 1.900.000 t. L’amianto veniva lavorato in diversi stabilimenti industriali, disseminati su tutta la penisola, per produrre molteplici tipologie di manufatti. 
Nel 1992 l’Italia ha bandito l’estrazione e l’impiego del minerale, classificato come cancerogeno nel 1973, ma tuttora permangono sul territorio nazionale numerosi siti industriali e civili con presenza di MCA, ancora da bonificare.
Il d.m. 06/09/1994 distingue i MCA in: n friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale; n compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici. 
I MCA compatti hanno particolare resistenza meccanica, resistenza all’attacco chimico, resistenza ignifuga, resistenza refrattaria, anticondensa, fonoassorbenza, rigidità dielettrica, termoisolanza, antirombo. Tra i MCA compatti, le coperture in cemento amianto sono quelle che hanno avuto maggiore diffusione su scala nazionale. I principali settori e attività economiche in cui si riscontra il loro maggiore utilizzo sono: allevamento, artigianato, difesa militare, edilizia, industrie (metalmeccaniche, metallurgiche), etc..
Ai fini dell’individuazione della loro corretta procedura di bonifica bisogna valutare lo stato di degrado utilizzando gli indicatori descritti nel d.m. 06/09/1994. 
I principali sono: 
n la friabilità del materiale; 
n lo stato della superficie ed in particolare l’evidenza di affioramenti di fibre; 
n la presenza di sfaldamenti, crepe o rotture; n la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d’acqua, grondaie, ecc; 
n la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento.

Ad oggi vengono utilizzati specifici algoritmi per il calcolo dello stato di degrado delle coperture in cemento amianto (Amleto, algoritmi delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Friuli Venezia Giulia, etc.), che tengono conto di ulteriori fattori e delle condizioni ambientali al contorno (anno di messa in posa, presenza di luoghi ad elevata frequentazione, prossimità di abitazioni, etc.).

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