- 12 Settembre 2018
- Posted by: porto626
- Categoria: Notizie
Da Paf Portale agenti fisici calcolatore del tempo di riverbero per ambienti confinati come aule scolastiche, mense, palestre e piscine. Nuovo strumento tecnico per il calcolo online, affiancato da riferimenti sulla normativa, i limiti minimi previsti per la salubrità degli ambienti.
Il Tempo di riverbero è uno dei requisiti acustici principali che concorre al benessere degli occupanti di un ambiente, in particolare per tutti gli ambienti di lavoro ove è richiesto ascolto e comunicazione verbale. In un campo riverberante, se una sorgente sonora cessa istantaneamente di emettere, il suono non cessa altrettanto istantaneamente ma prosegue, grazie alle riflessioni sulle superfici (echi riflessi), per un certo tempo.
Il tempo di decadimento, detto “TEMPO DI RIVERBERO”, dipende dalla velocità del suono, dalla distanza fra le pareti e dal numero e dalla qualità delle superfici riflettenti e quindi dalla capacità di assorbimento del suono delle stesse. Il “tempo di riverbero”, è definito come quel tempo necessario per ottenere un decadimento di 60 dB del livello sonoro a partire dall’istante di interruzione della sorgente sonora.
In ambienti con pareti molto riflettenti, come le aule o le mense non trattate con materiali fonoassorbenti, il tempo di riverbero è lungo, mentre in ambienti con pareti rivestite con materiali fortemente fonoassorbente, il tempo di riverbero si riduce. E’ importante che il tempo di riverbero sia adeguato all’uso cui è destinato l’ambiente. Un tempo di riverbero molto lungo causa perdite di intelligibilità della parola e incrementa il rumore di fondo.
Requisiti minimi per gli ambienti scolastici
Negli ambienti scolastici e comunitari il rumore influenza direttamente la fonazione degli insegnanti e le condizioni di ascolto degli studenti, con conseguenze sull’affaticamento dei docenti, sull’apprendimento scolastico e con possibili importanti ricadute sulla salute dovute agli effetti non uditivi del rumore
L’eccessivo rumore presente all’interno degli ambienti comunitari destinati all’ascolto della parola determina una riduzione dell’intelligibilità del messaggio vocale attraverso due meccanismi che riguardano il mascheramento uditivo e la diminuzione dell’attenzione da parte degli ascoltatori. La riverberazione, oltre a ridurre l’intelligibilità per gli ascoltatori, condiziona la regolazione del volume della voce degli oratori con conseguente affaticamento degli stessi.
Negli altri tipi di ambienti, dove vengono svolte attività principalmente non connesse con l’ascolto della parola, il tempo di riverbero può comunque svolgere un ruolo importante ai fini della fruizione degli ambienti stessi; si pensi alla situazione di stress che si prova in una mensa affollata e riverberante dove, per la difficoltà che si ha a comprendere i messaggi vocali ed a farsi comprendere, si finisce con l’alzare a propria volta il volume della voce in un crescendo che concorre all’incremento del rumore di fondo del locale, fino raggiungere livelli potenzialmente nocivi per l’apparato uditivo.
La vigente normativa (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” che recepisce le indicazioni del Decreto Ministeriale del 18 dicembre 1975 sulle “Norme tecniche aggiornate relative alla edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”) prescrive per ambienti scolastici di dimensioni inferiori a 500 m3 valori del tempo di riverbero nell’intervallo di frequenza 1000 Hz – 2000 Hz non superiori a 0,8 s. Per ambienti di dimensioni comprese tra 500 m3 e 1000 m3 i valori del tempo di riverbero nell’intervallo di frequenza 1000 Hz – 2000 Hz non devono superare 1 s.
Va inoltre ricordato che sono state successivamente emanate due norme tecniche: UNI 11367:2010 e UNI 11532:2014 che fissano criteri specifici per gli edifici scolastici. Queste ultime sono rese cogenti dal recente collegato ambientale alla legge di stabilità L. 221/28.12.2015 (Green public procurement) all’articolo nel seguito riportato: Art. 206-sexies (Azioni premianti l’utilizzo di prodotti che impiegano materiali post consumo o derivanti dal recupero degli scarti e dei materiali rivenienti dal disassemblaggio dei prodotti complessi negli interventi concernenti gli edifici scolastici, le pavimentazioni stradali e le barriere acustiche). “Le amministrazioni pubbliche, nelle more dell’adozione da parte delle regioni di specifiche norme tecniche per la progettazione esecutiva degli interventi negli edifici scolastici, al fine di consentirne la piena fruibilità dal punto di vista acustico, prevedono, nelle gare d’appalto per l’incremento dell’efficienza energetica delle scuole e comunque per la loro ristrutturazione o costruzione, l’impiego di materiali e soluzioni progettuali idonei al raggiungimento dei valori indicati per i descrittori acustici dalla norma UNI 11367:2010 e dalla norma UNI 11532:2014….
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