- 13 Maggio 2020
- Posted by: porto626
- Categoria: Notizie
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Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio
contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia. INAIL 2020
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee e registra più di 50.000 concessioni demaniali marittime, di cui 11.000 sono per stabilimenti balneari.
Nell’ottica della possibile ripresa delle attività ricreative di balneazione e in spiaggia, che risultano al momento tra quelle sospese, la presente pubblicazione realizzata da Inail in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, nella seduta del 10 maggio 2020, contribuisce a fornire elementi tecnici di valutazione al decisore politico circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2, con l’obiettivo di garantire la salute e sicurezza sia degli operatori che dell’utenza.
Il documento, aggiornato allo stato attuale delle conoscenze ma passibile di aggiornamenti all’emergere di nuove evidenze, è articolato in una prima parte di analisi di scenario e una seconda focalizzata sulle ipotesi di misure di sistema, organizzative, di prevenzione e protezione, nonché semplici regole per l’utenza per il contenimento della diffusione del contagio nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia. Le indicazioni qui fornite non potranno che essere di carattere generale per garantire la coerenza delle misure essenziali al contenimento dell’epidemia, rappresentando essenzialmente un elenco di criteri guida di cui tener conto nelle singole situazioni.
Il presente documento, ipotesi di modulazione delle misure di contenimento per il settore della balneazione, è articolato in una prima sezione di analisi di scenario e una seconda su ipotesi di misure di sistema, organizzazione, prevenzione e protezione nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria COVID-19. Allo stato dell’elaborazione del presente documento vigono le disposizioni del DPCM 26 aprile 2020 che non include espressamente le attività ricreative in spiagge e la balneazione tra le attività (produttive e commerciali) consentite.
Rileva tuttavia considerare che l’allegato 10 dello stesso DPCM e il successivo DM 30 aprile 2020 individuano una graduale rimodulazione delle misure di contenimento a favore di una progressiva ripresa del tessuto economico e sociale, presieduta e controllata da una continua azione di monitoraggio del rischio sanitario negli specifici territori, nell’ambito della quale potrebbe essere stabilita dalle autorità competenti la ripresa di attività connesse alla balneazione, in tutto il territorio nazionale o in parte di esso.
Fermi restando i punti imprescindibili sulla rimodulazione delle misure contenitive che riguardano l’impatto sul controllo dell’epidemia, è opportuno sottolineare che le decisioni dovranno essere preventivamente analizzate in base all’evoluzione della dinamica epidemiologica (con riferimento ai dati ISS), anche tenuto conto delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevedono che il rilascio di misure di contenimento sia progressivo e complessivamente (non per singolo settore) valutato dopo almeno 14 giorni prima di ogni ulteriore allentamento.
Un’analisi ragionata delle modalità di organizzazione del lavoro, nonché della caratterizzazione del rischio in tale settore, rappresenta un presupposto fondamentale nel garantire contemporaneamente la ripresa delle attività, preservando quelle caratteristiche di accoglienza e socialità che connotano l’offerta balneare del Paese, e la tutela della salute dei gestori, del personale e della clientela delle strutture e in generale dei fruitori della spiaggia e di tutti i lavoratori che ad ogni titolo operano nel settore.
Le caratteristiche specifiche degli stabilimenti balneari e delle spiagge libere, quali la fruizione da parte di un elevato numero di persone soprattutto nei weekend e nei mesi di alta stagione, nonché la molteplicità di attività che si possono svolgere sull’arenile (elioterapia, balneazione, ristorazione, attività ludiche e sportive, etc.) pongono particolari criticità in merito al contenimento dell’epidemia, collocando il settore della gestione degli stabilimenti balneari (codice ATECO 93.29.2) tra quelli a rischio di aggregazione medio-alto secondo la classificazione INAIL.
La complessità della gestione del rischio legato alle attività di balneazione è confermata dall’adozione protratta delle restrizioni nei Paesi con situazioni epidemiologiche simili all’Italia, quali ad esempio la Francia e la Spagna.
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