- 24 Febbraio 2020
- Posted by: porto626
- Categoria: Notizie
valori limite con riferimento alla normativa nazionale ed europea
E-BOOK RISCHIO CHIMICO e CANCEROGENO
Punti fondamentali sono la ricostruzione del processo produttivo per evidenziare, in ognuna delle sue fasi, la possibile esposizione alle sostanze utilizzate ed agli eventuali inquinanti derivati dalle condizioni di processo, le modalità con le quali gli operatori possono essere esposti : contatto cutaneo, respiratorio.
Uno strumento importante sono le schede dei dati di sicurezza, primo passo per la conoscenza dei rischi associati all’uso delle sostanze.
Da molto tempo sono diffusi e normati i metodi di monitoraggio ambientale e/o biologico che consentono, con l’inquadramento corretto dei determinanti delle condizioni di processo, di mansione e di protezioni attive e passive, la valutazione dell’esposizione professionale sufficientemente accurata, minimizzando gli elementi di soggettività introdotti dal valutatore e l’incertezza di stima insita nei modelli, anche se utilizzati da mani esperte.
Va tenuto sempre presente che la valutazione del rischio debba tenere conto anche del genere. È infatti un obbligo di legge (art. 28 del Dlgs 81/2008 e smi sulle “differenze di genere“) ma soprattutto una necessità scientifica, viste le differenti risposte fisiologiche e metaboliche (tempi di assorbimento, metabolizzazione, escrezione, suscettibilità, etc) ai medesimi inquinanti e l’effetto su organi e sistemi diversi: ovaio e utero o su funzioni diverse, ad iniziare dalla maternità e allattamento. Molti sono i settori ad elevata occupazione femminile che espongono a sostanze chimici: sanità, farmaceutica, parrucchiere ed estetiste; lavori di pulizia, ricordando che frequentemente i limiti sono tarati sul sesso maschile.
L’art. 225, comma 2 Il D. Lgs. 81/2008, riporta “il Datore di Lavoro, periodicamente e ogniqualvolta sono modificate le condizioni che possono influire sull’esposizione, provvede ad effettuare la misurazione degli agenti che possono presentare un rischio per la salute, con metodiche appropriate e con particolare riferimento ai valori limite di esposizione professionale e per periodi rappresentativi dell’esposizione in termini spazio-temporali.
Tra le metodiche standardizzate e riportate nell’allegato XLI compare la UNI EN 689 che rientra in vigore, dopo le modifiche apportate dal CEN Technical Committee 137” (CEN/TC137/AHG2), il 12 luglio 2018.
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