MODELLO TERRITORIALE DI INTERVENTO INTEGRATO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA

RIVOLTO ALLE IMPRESE CHE OPERANO IN AREE PORTUALI. ATTIVITÀ DI RETE

MODELLO TERRITORIALE DI INTERVENTO INTEGRATO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA

Il Piano delle attività di ricerca Inail 2016 – 2018 ha previsto un approfondimento delle problematiche nel settore marittimoportuale, con il fine di realizzare una più stretta interrelazione tra l’innovazione tecnologica e la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL), anche mediante azioni integrate di supporto alle aziende del settore da parte della rete istituzionale nell’ambito delle strategie nazionali ed europee. 

Nel documento della Commissione europea (2013) I porti marittimi europei nel 2030: le sfide che ci attendono si evidenziano: la previsione al 2030 di un aumento del 50% della merce gestita nei porti dell’Unione europea, l’evoluzione dei vettori (nuova generazione di navi fino a 18.000 container), la disparità delle prestazioni territoriali, che richiederanno da un lato azioni per rendere i porti più efficienti e dall’altro la garanzia di buone condizioni di lavoro, con particolare riguardo per la salute, la sicurezza e la formazione specifica. 

A livello di normativa internazionale, la Maritime labour convention (MLC) del 2006, ratificata dall’Italia nel 2013, indica la necessità di sviluppare sistemi di sorveglianza nazionale capaci di monitorare l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali sviluppando indicatori di rischio sia quantitativi che qualitativi (es. indagini sulle dinamiche e cause degli infortuni). 

A livello nazionale si registra il mancato coordinamento tra normativa generale e specifica di settore e nell’ambito delle strategie di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali il Piano nazionale della prevenzione (2014 – 2018, prorogato fino al 2019) del Ministero della salute individua tra le azioni prioritarie: 

■ il perfezionamento dei sistemi di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro attraverso l’implementazione dei sistemi di sorveglianza già attivi; 
■ il sostegno ai Comitati regionali di coordinamento previsti all’art. 7 del d.lgs. 81/2008, mediante azioni integrate tra pubbliche amministrazioni; 
■ l’approccio istituzionale di tipo proattivo, orientato al supporto al mondo del lavoro, facilitando in particolare l’accesso delle imprese alle attività di informazione e assistenza, anche con la metodologia audit, per la verifica dei programmi di prevenzione adottati dalle aziende.

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