- 27 Febbraio 2020
- Posted by: porto626
- Categoria: Notizie
Opuscolo Edizioni: Inail – 2020
Procedura sperimentale per la detreminazione della componente batterica del materiale particolato
Nonostante negli ultimi anni sia aumentato il numero delle attività lavorative soggette a rischio biologico, a causa della mancanza di metodi standardizzati per misurare quantitativamente gli agenti biologici non sono ancora stati stabiliti limiti di esposizione agli agenti biologi, né si hanno sufficienti informazioni sulla relazione dose-risposta.
Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici.
La caratterizzazione delle componenti del bioaerosol è oggetto di crescente interesse nella comunità scientifica, soprattutto per gli effetti che tali componenti hanno sulla salute umana: infezioni, asma, allergie e altre malattie delle vie respiratorie. I rischi sono influenzati non solo dalla capacità di penetrazione dell’aerosol nel sistema respiratorio, ma anche dalla sua composizione e dalla sua attività biologica. Batteri, virus e funghi rientrano tutti nella definizione di agente biologico data dal d.lgs. 81/08 e sono elencati nell’allegato XLVI, che li classifica in tre gruppi (2, 3 e 4) sulla base dell’effetto esercitato su lavoratori sani.
I lavoratori operanti in realtà lavorative complesse quali riciclaggio e compostaggio dei rifiuti, aziende zootecniche e agricole, discariche e impianti di depurazione, sono sottoposti a rischio di esposizione al bioaerosol in dipendenza dal tipo di lavoro, dalla vicinanza alla sorgente e dalle misure di abbattimento presenti. Per poter valutare correttamente l’esposizione di tali lavoratori, è necessario campionare e caratterizzare il bioaerosol tramite idonee tecniche di misura. Le metodologie ad oggi principalmente utilizzate per determinare le componenti del bioaerosol si basano sulla coltivazione delle specie viable e successiva conta al microscopio.
Questa misura, pur consentendo la determinazione delle sole specie vitali coltivabili, è necessaria per conoscere la qualità microbiologica dell’aria. Sono escluse da questa determinazione tutte le specie “non vitali” e “vitali, ma non coltivabili”, che possono tuttavia essere la causa specifica di allergie ed altre patologie dell’apparato respiratorio. In alternativa, la totalità del bioaerosol presente nel particolato aerodisperso può essere valutata tramite la determinazione della concentrazione di specifici composti chimici, indicatori della presenza di molecole biologiche più complesse.
Il Dipartimento propone, con il presente lavoro, l’analisi degli acidi muramico e dipicolinico come indicatori della presenza, rispettivamente, di batteri e spore batteriche aerodisperse.
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