registro nazionale dei mesoteliomi

Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale

registro nazionale dei mesoteliomi ©2018 Inail

A partire dalle straordinarie intuizioni di John Snow, che, nella seconda metà del XVIII secolo, consentirono di fare luce sull’eziologia e sui meccanismi di trasmissione del colera, oggi non è possibile dubitare della necessità e dell’utilità della sorveglianza epidemiologica come strumento per la prevenzione dei rischi, la sanità pubblica e la produzione di evidenze di ricerca scientifica. Tale paradigma concettuale è ancora di estrema attualità per il tema del contrasto alle malattie amiantocorrelate in considerazione della dimensione dei consumi di amianto nel nostro paese fino al bando del 1992, della numerosità degli esposti in circostanze in gran parte, ma non esclusivamente, professionali, della natura e delle caratteristiche patologiche delle malattie indotte dall’esposizione ad amianto. Le conoscenze rese disponibili dal Registro nazionale dei mesoteliomi sono, in questo quadro, di indubitabile interesse per la sanità pubblica e per la missione istituzionale dell’Inail come ente deputato alla tutela complessiva della salute e della sicurezza dei lavoratori. Per capillarità di rete di rilevazione, solidità dei risultati scientifici e di ricerca, modalità e procedure di rilevazione e trattamento dei dati, il Registro nazionale dei mesoteliomi rappresenta oggi un’esperienza di riferimento nel nostro paese in termini di collaborazione sinergica fra Regioni ed enti centrali e un modello a livello internazionale, anche per i paesi alle prese con le fasi embrionali del processo di fuoriuscita dall’uso industriale di amianto.
Nel novembre 2017 si è tenuta a Casale Monferrato la III Conferenza governativa sull’amianto e le patologie correlate dal titolo Dalla legge n. 257 del 1992 ad oggi. Situazione attuale, prospettive future. L’evento, promosso su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei ministri ha inteso verificare lo stato di attuazione delle norme, discutere delle recenti acquisizioni scientifiche e porre le fondamenta per il superamento delle criticità ancora relative al censimento e alla bonifica dei siti inquinati, alla tutela e alla cura dei soggetti colpiti da patologia asbesto-correlata e alla sorveglianza sanitaria degli ex esposti. Anche in sede di Conferenza il ruolo cruciale della sorveglianza epidemiologica è stato ampiamente sottolineato, confermando come il monitoraggio sistematico continuo e con procedure operative standardizzate a livello nazionale sia uno strumento prezioso ed essenziale per la programmazione sanitaria, la ricerca e le politiche di intervento. 
Come è noto, oggi la grande attenzione al tema delle malattie amianto-correlate nel nostro paese, a oltre venticinque anni dal bando di ogni forma di estrazione, lavorazione, importazione e commercio di amianto, deriva in primo luogo dall’essere in corso attualmente (e ancora per qualche anno nelle previsioni epidemiologiche) la massima incidenza di mesoteliomi in conseguenza dell’intenso uso del materiale dal secondo dopoguerra fino agli anni ’80 e della lunga latenza della malattia. L’Italia è attualmente uno dei paesi al mondo maggiormente colpiti dall’epidemia di malattie amiantocorrelate. Tale condizione è la conseguenza di utilizzi dell’amianto che sono quantificabili a partire dal dato di 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo prodotto nazionalmente nel periodo dal 1945 al 1992 e 1.900.885 tonnellate di amianto grezzo importato nella stessa finestra temporale. Il sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma è costituito nel nostro paese dal Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM) istituito presso l’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila), i cui compiti e le cui modalità e procedure operative sono definite dal d.p.c.m. 308/2002. 
Oggi la rete di rilevazione è completa e l’intero territorio nazionale è coperto dalla sorveglianza e registrazione dei casi di mesotelioma maligno della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo. Tuttavia la rilevazione non presenta caratteri di completezza in tutte le Regioni e in qualche caso l’operatività del COR è limitata dalla inadeguatezza delle condizioni operative. Il VI Rapporto del ReNaM riferisce dei casi di mesotelioma rilevati dalla rete dei COR del ReNaM con una diagnosi compresa nel periodo 1993 – 2015. Per il 2015 la rilevazione deve essere considerata incompleta soprattutto in relazione alle difficoltà segnalate da molti Centri regionali nel disporre degli indispensabili strumenti di verifica della completezza dei dati, come le schede individuali di dimissione ospedaliera.

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