- 28 Settembre 2017
- Posted by: porto626
- Categoria: Notizie
La legionellosi continua ad essere una patologia poco conosciuta, soprattutto in ambito occupazionale
rischio di esposizione a Legionella spp. in ambienti di vita e di lavoro
Con il termine di Legionellosi si definiscono tutte le forme morbose causate da batteri Gram-negativi aerobi appartenenti al genere Legionella. Il termine legionellosi venne coniato nel 1976 in occasione di un’epidemia di polmonite che si verificò a Philadelphia tra partecipanti ad un convegno dell’associazione di ex combattenti dell’American Legion. Al microrganismo responsabile dei 34 decessi venne dato il nome di Legionella pneumophila e la malattia da esso causata venne denominata “malattia dei legionari”. La legionellosi costituisce un problema emergente in Sanità pubblica, essendo sottoposta a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), della Comunità Europea (European Legionnaires’ Disease Surveillance Network – ELDSNet) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) presso il quale è istituito il registro nazionale dei casi. Nonostante l’obbligo di notifica, il numero dei casi (6412 casi in Europa nel 2014, di cui 1435 in Italia) è ancora largamente sottostimato e, per la maggior parte di questi (80% circa), non è possibile risalire alle circostanze in cui si è verificata l’esposizione all’agente biologico.
La famiglia delle Legionellaceae comprende un solo genere con più di 50 specie alcune delle quali con più di un sierogruppo. L. pneumophila sierogruppo 1 è la specie maggiormente implicata nella patologia umana essendo responsabile del 95% delle infezioni in Europa e dell’85% nel mondo; altre specie di isolamento clinico sono L. micdadei, L. dumoffii, L. bozemanii, L. gormanii, L. anisa e L. longbeachae. Secondo la vigente normativa in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, tutti i batteri appartenenti al genere Legionella sono classificati nel 2° gruppo di rischio (Allegato XLVI del d.lgs 81/2008 e s.m.i.).
Nell’ambito della legionellosi vengono distinte due manifestazioni cliniche: la febbre di Pontiac e la malattia dei legionari. Quest’ultima è la forma più severa dell’infezione con una letalità totale del 10 – 15% che, nei casi nosocomiali, può arrivare fino al 30 – 50%. Dopo un periodo di incubazione compreso tra 2 e 10 giorni, la malattia si manifesta con febbre alta, cefalea, tosse ed un quadro polmonare non distinguibile da altre forme di polmoniti batteriche o atipiche. Per ridurre la probabilità di un esito infausto della malattia, è necessario attuare una terapia antibiotica mirata (chinoloni e macrolidi). La febbre di Pontiac, è una forma simil-influenzale di lieve entità, senza interessamento polmonare con un’evoluzione benigna anche in assenza di specifico trattamento antibiotico.
rischio di esposizione a Legionella spp. in ambienti di vita e di lavoro
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